L’agricoltura biologica e biodinamica, diversamente da quella intensiva, non si pone in contrasto con gli equilibri naturali, ma gestisce in modo sostenibile le risorse offerte dall’ambiente.
Miglioramento dell’equilibrio degli ecosistemi
L’agricoltura biologica non fa uso di pesticidi o fertilizzanti chimici di sintesi, neanche di ingegneria genetica. Si riducono pertanto sensibilmente l’inquinamento dell’acqua e dell’aria.
In Germania, ad esempio, i responsabili degli acquedotti municipalizzati, hanno valutato più conveniente economicamente finanziare gli agricoltori alla conversione al biologico, piuttosto che far depurare i corsi d’acqua inquinati dai residui dell’agricoltura intensiva.
Biodiversità
L’agricoltura biologica è attenta alla biodiversità, quindi a preservare le specie animali e vegetali e a mantenere integri habitat naturali, come i pascoli, la macchia, i prati.
I metodi naturali utilizzati contribuiscono alla conservazione della fauna selvatica attraverso la salvaguardia delle varietà di piante, il sistema di rotazione delle colture, l’impianto di siepi, la protezione di spazi naturali e l’assenza totale di pesticidi.
Molte specie di animali in pericolo sono maggiormente presenti in zone dove si pratica l’agricoltura biologica e biodinamica.
Benessere degli animali
Il bestiame pascola liberamente ed è allevato senza far ricorso ad antibiotici, stimolatori della crescita o altre sostanze chimiche di sintesi. Negli allevamenti biologici gli animali conducono una vita in condizioni naturali ed hanno un’alimentazione sana, basata su prodotti naturali.
I costi
I due fattori che vengono spesso ignorati quando si confronta il prezzo del cibo biologico o biodinamico con quello dei prodotti dell’agricoltura intensiva, sono i costi ambientali e sanitari.
Se i danni provocati dall’inquinamento di terra, aria e acqua, erosione del suolo e desertificazione, nonchè i danni alla salute umana con allergie, intossicazioni, tumori e quant’altro, fossero realmente compresi nel prezzo di produzione, il costo del cibo biologico sarebbe nettamente inferiore a quello dei prodotti convenzionali.
L’agricoltura industriale è orientata da decenni verso livelli di produttività sempre maggiori, con il risultato di un surplus massiccio di produzione per il quale non esiste mercato.
La collettività deve quindi sostenere i costi per sovvenzionare la produzione di cibo non richiesto, che deve essere immagazzinato, distrutto o venduto sottocosto sui mercati mondiali.